Calvino - Il sentiero dei nidi di ragno

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    “IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO”
    DI ITALO CALVINO



    1. Riassunto
    Il libro parla della storia di Pin, un ragazzino solo e desideroso di appartenere al mondo degli adulti.
    Nonostante il suo modo di fare scherzoso, viene spesso messo in ridicolo dai grandi a causa della sorella prostituta ed è scansato dai bambini per le storie sconce che racconta. Messo alla prova da quelli dell’osteria ruba la pistola, una P38, al “Tedesco” mentre faceva l’amore con la sorella. Decide però di non rivelare il suo coraggioso gesto ai compagni e di nascondere la pistola in campagna, in un posto che solo lui conosce, il posto dove fanno il nido i ragni. Dopo averla sepolta viene però trovato dai soldati tedeschi con il cinturone e pertanto viene arrestato. In prigione Pin incontra Lupo Rosso, un partigiano di grande fama, con il quale stringe subito amicizia. Grazie all’aiuto di Lupo Rosso, Pin riesce a scappare, ma una volta fuori prigione si perde ed inizia a vagare da solo nel bosco, fino all’incontro con “Cugino” che lo porta al suo accampamento e lo presenta alla banda partigiana del “Dritto”. Qui Pin si sente finalmente nel suo mondo, fra i grandi che gli fanno cantare canzoni e che dicono cose sconce. Pochi giorni dopo però scoppia un incendio nell’accampamento a causa di una distrazione del Dritto e tutti sono costretti a fuggire e a ripararsi in un vecchio casolare con il tetto sfondato. Qui arrivano il comandante Ferriera e il commissario Kim che, saputo di quanto successo, vanno a trovare gli uomini dell’accampamento, anche per riferire di una battaglia che si sarebbe svolta in un monte lì vicino e che avrebbe richiesto la partecipazione di tutti. Al ritorno degli uomini dalla battaglia, conclusasi con esito incerto, Pin decide di canzonarli, come suo solito, e giunto al turno di Mancino, il cuoco, rivela quanto successo tra sua moglie Giglia e il capitano, che interviene per farlo zittire, quasi rompendogli le braccia. Pin, offeso e arrabbiato, fugge e ritorna nel sentiero dei nidi di ragno, dove scopre che Pelle, un giovane partigiano giustiziato dai compagni perché faceva la spia, aveva rubato la sua pistola. Privato dell’unica cosa che gli rimaneva torna dalla sorella dove ritrova la tanto amata P28. Dopo averla presa però fugge di nuovo rimanendo solo e sconsolato. Vagando per i suoi luoghi ritrova Cugino, il quale si interessa alla pistola e ai nidi di ragno, ma soprattutto condivide il rifiuto per le donne. Pin ha finalmente trovato l’amico ideale e non è più solo. Il libro si conclude con la frase: “E continuano a camminare, l’omone e il bambino, nella notte, in mezzo alle lucciole, tenendosi per mano”.

    2. Biografia dell’Autore
    Italo Calvino nasce il 15 Ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, presso L’Avana, nell’isola di Cuba, ma trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Sanremo. Nel 1934 inizia a frequentare il Liceo, ma a causa della guerra si laurea solo nel 1941. A ventuno anni aderisce alla Resistenza combattendo nelle brigate Garibaldi, sui monti liguri: si forma così in lui un’idea politica sempre più definita. Nel 1945 si stabilisce a Torino, collabora al Politecnico e stringe amicizia con Pavese e Vittorini. Nel 1947 pubblica la sua prima opera, “Il sentiero dei nidi di ragno”, con la quale partecipa al premio Mondadori per giovani scrittori, ma senza vincere. Pavese lo presenta allora alla casa editrice Einaudi dove pubblica il libro riscuotendo un grande successo che lo porta poi a vincere il premio Riccione. Successivamente, ha modo di lavorare con vari giornali e riviste, svolgendo anche attività di consulenza editoriale; soggiorna a lungo in Francia. Politicamente invece è impegnato nel Partito Comunista Italiano.

    3. Temi
    a. Un filone importante del romanzo è quello della guerra e della lotta partigiana. In questa cruda tematica ci si può imbattere durante la seconda parte della storia, quando Pin capita nella guarnigione del "Dritto", comandante dei partigiani. Qui vengono descritti i timori e le paure di ciascun milite, come questi si preparano prima della battaglia, l'allegria e la serenità che c’è fra di loro. Prima di ogni scontro, tra gli uomini del "Dritto" è sempre presente la tensione, quasi piacevole, inevitabile visto che si sta partendo per una battaglia che potrebbe non vederli tornare più. All’inizio del capitolo VII Calvino scrive: “I sogni dei partigiani sono rari e corti, sogni nati dalle notti di fame, legati alla storia del cibo sempre poco da dividere in tanti”. Questa parte è ricollegabile all’analisi che fa Kim nel capitolo IX, nella quale spiega le motivazioni degli uomini ad andare in guerra: non sono sogni di gloria o di patria a spingerli alla guerra ma il pensiero di una vita migliore, dove è possibile trovare di che vivere e di uscire dalla povertà. Ad esempio i contadini combattono per difendere le proprie case, gli operai per salari più alti, gli stranieri per una patria vera e propria. Mi hanno colpito anche nel capitolo VIII le parole del Dritto che osserva il bombardamento della città: “Alé, butta giù tutto, casa mia per prima”, perché ribadiscono ancora una volta il motivo per cui combattevano i partigiani.
    b. La fiaba è divisa in 31 funzioni, catalogate da Propp. Le più importanti sono: la situazione iniziale, l’eroe si allontana da casa, le avventure del protagonista, l’incontro dell’antagonista, l’aiuto dell’aiutante, il superamento della prova e il ritorno a casa. Anche ne “Il sentiero dei nidi di ragno” sono presenti alcuni elementi fiabeschi. La narrazione infatti si apre con una situazione iniziale che descrive il carattere di Pin, l’eroe, e il suo modo di relazionarsi con gli altri. Gli uomini dell’osteria fungono invece da mandanti mentre la prova da superare è rubare la pistola al Tedesco. La sorella da un certo punto di vista può essere considerata l’aiutante che lo gli permette di superare la prova. Sono presenti anche le avventure del protagonista, il quale nasconde la pistola nel sentiero dei nidi di ragno. Gli antagonisti sono i tedeschi mentre l’arresto è il tranello. L’aiutante diventa allora Lupo Rosso, il quale lo aiuta ad evadere e quindi gli fa superare la prova. Analizzando la vicenda più in generale però si può dire che la prova che Pin deve superare sia quella di trovare un grande amico, Cugino, che può essere considerato il premio. La conclusione della storia è il ritorno al sentiero dei nidi di ragno, che ormai è diventato la nuova casa di Pin.

    4. Tempi
    a. Anche se nel romanzo non c’è alcuna indicazione temporale precisa, si capisce chiaramente che la vicenda si svolge negli anni della Resistenza, che l’autore ha vissuto profondamente, partecipando ala lotta partigiana.
    b. Il tempo della narrazione, anche se ricca di fatti e avvenimenti, ricopre un periodo di tempo molto ristretto, un po’ meno di un anno.
    c. La narrazione procede in ordine cronologico, ma offre alcuni flash-back che lasciano intendere l’esordio della vicenda. Il più rilevante è quello in cui Lupo Rosso racconta l’uccisione di Pelle. Non sono invece presenti prolessi.

    5. Spazi
    a. La vicenda è ambientata nella Sanremo vecchia, caratterizzato quindi da un ambiente tipico dei carrugi liguri, dove è cresciuto e vissuto per molti anni Calvino. Il libro si apre proprio con la descrizione di un vicolo dove è situata la bottega di Pietromagro, calzolaio presso il quale lavora Pin, ma nel testo è presente anche la descrizione di alcuni luoghi molto frequentati da Pin, come la casa dove vive e l’osteria. È descritta molto approfonditamente anche la prigione, dove Pin trascorre solo pochi giorni. Dalle descrizioni si deduce facilmente che la narrazione è ambientata in un luogo povero e popolare, che Calvino descrive efficacemente con poche parole.
    b. Oltre alla Sanremo vecchia nel racconto vi sono molte descrizione del paesaggio della Riviera di Ponente: le vigne i torrenti, le terrazze con i muri a secco, gli olivi, la scorciatoia tra i monti da cui si vede il mare. È l’ambiente dove è cresciuto, “il suo paesaggio”, che egli sente il bisogno di esprimere e comunicare. Scrive l’autore nella prefazione: “La Resistenza rappresentò la fusione tra paesaggio e persone. Il romanzo che altrimenti mai sarei riuscito a scrivere, è qui. Lo scenario quotidiano di tutta la mia vita era diventato interamente straordinario e romanzesco: una storia sola si dipanava dai bui archivolti della Città vecchia fin su ai boschi; era l'inseguirsi e il nascondersi d'uomini armati; anche le ville, riuscivo a rappresentare, ora che le avevo viste requisite e trasformate in corpi di guardia e prigioni; anche i campi di garofani, da quando erano diventati terreni allo scoperto, pericolosi ad attraversare, evocanti uno sgranare di raffiche nell'aria.”
    c. Il sentiero dei nidi di ragno per Pin è il luogo segreto, che nessuno conosce, il luogo per lui più importante, che lo nasconde e dove lui si può rifugiare quando vuole. Va li per tranquillizzarsi o per passare del tempo fantasticando, e proprio lì nasconde l’oggetto attorno al quale ruota tutta la vicenda, la pistola, la sua amata P38. Lo scopo di Pin è di trovare un grande amico ed è convinto che una persona lo sia soltanto se si interessa a quel luogo per lui tanto affascinante. Il libro, infatti, si conclude con Pin che rivela il suo segreto a Cugino

    6. Personaggi
    a. Pin è il personaggio principale del racconto. È un bambino solo, maleducato e ribelle. Desideroso di trovare uno spazio nel mondo dei grandi pur non comprendendo il loro strano modo di ragionare, si estranea dai coetanei ed è scansato da loro a causa delle storie sconce che racconta. Del suo aspetto fisico vengono forniti pochi dati: sappiamo che è di corporatura esile e che "le lentiggini gli divorano la faccia come uno sciame di vespe". Non si conosce la sua età, ma si capisce che è un ragazzino. Nonostante la sua giovane età ha già vissuto le emozioni dei grandi lavorando nella bottega di un calzolaio e frequentando spesso l’osteria, dove scappava sempre qualcuno che gli offrisse un bicchierino. Pin ha sentito più volte parole strane, come GAP, troschista, STEN o SIM, alle quali attribuisce significati favolosi; ha fumato e bevuto vino, che “è aspro contro la sua gola giovane”. Tutto ciò lo ha fatto per avvicinarsi al mondo dei grandi pensando di trovare un grande amico sincero al quale confidare il suo segreto: il posto dove fanno il nido i ragni. In questa lunga ricerca Pin si fa più saggio, poiché vive nuove esperienze, come la guerra, ma le idee che si farà sul mondo dei grandi lo porteranno ad essere ancora più solo. Il furto della pistola per conto degli uomini dell'osteria lo rende per la prima volta cosciente di aver commesso un'azione sbagliata e lo porta ad essere arrestato. La pistola rappresenta per Pin una cosa importante, grandiosa; Calvino scrive “è una cosa molto divertente, una pistola, un oggetto così misterioso, quasi irreale, si può farle recitare cose meravigliose”, “a parlarne così,studiandone il meccanismo, non sono più arnesi per uccidere, ma giocattoli strani e incantati”, per questo la custodisce nel posto per lui più importante, il sentiero dei nidi di ragno. Anche il personaggio di Pelle è molto legato alla pistola di Pin. Egli è poco più di un ragazzo, sempre raffreddato. È molto irascibile, infatti durante una lite col Dritto si infuria al tal punto da tradire i partigiani. Pelle si occupa di procurare le armi ai partigiani rubandole a fascisti e per esse nutre una vera passione. Dopo una scommessa fatta con Pin, è anche riuscito a trovare la sua P38. Il personaggio di Cugino è descritto come di stazza imponente, un omone possente che assomiglia ad un orco, con baffi spioventi e rossicci, alto, curvo su se stesso e vestito sempre con una mantellina e un berretto di lana. Il carattere si rivela però buono e caloroso. In seguito ai ripetuti tradimenti della moglie durante la sua missione di guerra, sviluppa una profonda avversione per le donne tale da portarlo a pensare che sia proprio per colpa delle donne che era scoppiata la guerra. È molto legato a Pin perché lo conduce all’accampamento del Dritto, ma ha un ruolo fondamentale solo alla fine della vicenda: egli è il grande amico che Pin tanto cercava, il bambino adulto che condivide con Pin le proprie emozioni.
    b. I personaggi-macchietta sono dei personaggi minori che non hanno un ruolo fondamentale nella vicenda e sono spesso accompagnati da una componente di ilarità. Ne “Il sentiero dei nidi di ragno” le macchiette più importanti sono Xena il Lungo, i quattro calabresi e gli altri componenti del distaccamento dl dritto, ma ci sono personaggi di ancor minore importanza come gli uomini dell’osteria (Gian l’autista, Miscel Francese e Giraffa sono quelli nominati più frequentemente).

    7. Narratore
    a. Nella prefazione del suo libro Calvino scrive “…ma credo che ogni volta che si è stati testimoni o attori di un'epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale. A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema come troppo impegnativo e solenne per le mie forze. E allora, proprio per non lasciarmi mettere in soggezione dal tema, decisi che l'avrei affrontato non di petto ma di scorcio. Tutto doveva essere visto dagli occhi d'un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l'aspro sapore, il ritmo...”. L’autore infatti si trova intimorito dalla materia che deve affrontare e per non farsi mettere in soggezione dal tema preferisce raccontare la vicenda dal punto di vista di un bambino, evitando così d’esporsi troppo con i suoi pensieri. Durante il racconto cerca di tenersi il più oggettivo possibile, ma non rinuncia ad intervenire. Lo fa tramite i personaggi, ad esempio nella lunga e accurata riflessione di Kim (Cap. IX). Si può quindi parlare di un narratore onnisciente, la cui oggettività garantisce però l’imparzialità, come spiega lui stesso nella prefazione: “Cominciai a capire che un racconto, quanto più era oggettivo e anonimo, tanto più era mio. Il dono di scrivere « oggettivo » mi pareva allora la cosa più naturale del mondo. […] E il senso storico, la morale, il sentimento, erano presenti proprio perché li lasciavo impliciti, nascosti”.

    8. Stile
    a. Nel libro ci sono numerosi riferimenti uomo animale, esposti sotto diverse forme. Alcuni sono usati come soprannomi delle persone, per esempio quello di “Xena Il Lungo” chiamato anche Labbra di Bue, altri nelle descrizioni, come le lentiggini di Pin che sono paragonate ad uno sciame di vespe. Particolarmente suggestiva è anche la visione del mondo animale agli occhi di Pin: “Chissà che cosa succederebbe a sparare a una rana, forse resterebbe solo una bava verde schizzata su qualche pietra”. Egli interagisce con la natura attraverso esperimenti che soddisfino la sua curiosità, per esempio “ infilza i ragni su lunghi stecchi per osservarli con gelida attenzione, un piccolo ragno nero, con dei disegnini grigi come sui vestiti d’estate delle vecchie bigotte” oppure osserva “i grilli, con la loro assurda faccia di cavallo verde, li taglia a pezzi per fare strani mosaici con le zampe su una pietra liscia”. In altri casi gli animali assumono una dimensione fiabesca e irreale, come quando il Dritto gli ordina di seppellire il falchetto morto di uno dei partigiani: “Verrebbe voglia di buttare il falchetto nella grande aria della vallata e vederlo aprire le ali, e alzarsi a volo, fare un giro sulla sua testa e poi partire verso un punto lontano. E lui, come nei racconti delle fate, andargli dietro, camminando per monti e per pianure, fino a un paese incantato in cui tutti siano buoni. Invece Pin depone il falchetto nella fossa e fa franare la terra sopra, con il calcio della zappa”. Il sogno si infrange e l’animale ritorna ad essere la vittima del sacrificio di Pin, quasi uno sfogo della sua personalità.

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    Edited by † Death - 2/6/2011, 21:45
     
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