Pirandello - Il fu Mattia Pascal

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  1. Dack.
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    1- DISCORSO
    a. Caratteristiche della voce
    Il narratore è interno: chi narra infatti è un personaggio, della storia, il protagonista in questo caso, e riferisce in prima persona eventi di cui è stato protagonista nel suo passato. Egli è anche onnisciente, infatti racconta la storia successivamente, quando è già successa, e tramite delle anticipazioni stimola la curiosità del lettore.
    b. Rapporto io narrante - io narrato
    Pirandello esclude la voce narrante in terza persona e sceglie di far raccontare la sua storia allo stesso protagonista.
    L’io narrante è il fu Mattia che, come afferma nella Premessa al romanzo, ha già vissuto i fatti e intende mettere sulla carta le sue paradossali memorie, raccontare “il suo caso”, una vicenda, cioè, “tale da poter servire d’ammaestramento a qualche curioso lettore”. L’io narrato è invece il Mattia di qualche anno prima, che ancora era ignaro di ciò che gli sarebbe capitato.
    c. Tecniche narrative
    La tecnica narrativa più usata è la narrazione, interrotta frequentemente da dialoghi e da lunghe riflessioni che portano spesso l'autore a considerazioni prevalentemente di carattere filosofico. Le parti dialogate invece sono caratterizzate per lo più dal discorso indiretto, da quello diretto libero e da monologhi interiori dello stesso io narrante.
    d. Caratteristiche dello stile
    La sintassi del testo è semplice, come quella che userebbe comunemente Mattia Pascal. Anche lo stile segue il modo di ragionare del protagonista.
    Possiamo infatti notare che i suoi pensieri non sono mai troppo articolati, ma seguono piuttosto la scia di sensazioni ed emozioni che non hanno una logica precisa. La narrazione risulta pertanto lineare e colloquiale ed anche gli elementi della vicenda che potrebbero risultare complicati, come ad esempio le idee filosofiche di Anselmo Paleari, vengono sintetizzati e semplificati.
    Quando invece la meditazione si fa più lunga e approfondita, il protagonista tarda a trovare una via d'uscita dai problemi, come quando, rinchiuso nella sua stanza, riflette sulla sua nuova vita.

    2- STORIA
    a. Sequenze principali
    L’intera vicenda è divisibile in varie macrosequenze: l’infanzia vissuta nella più completa agiatezza e spensieratezza; la fuga da Miragno e dalla sua famiglia; la decisione di inventarsi una nuova vita; i viaggi per l’Europa; il soggiorno a Roma e le vicende di Adriano Meis; il ritorno a Miragno; il racconto finale in biblioteca.
    b. Sistema dei personaggi
    La madre: Mattia ha un rapporto molto affettivo con la madre e si arrabbia quando vede che viene trattata male dalla suocera. Per proteggerla arriva perfino a non uscire di casa, per paura che sia maltrattata mentre egli è fuori.
    Roberto Pascal: è il fratello di Mattia; fra i due si instaura un rapporto di complicità e si trattano più come amici che come fratelli.
    Batta Malagna: è l’amministratore delle ricchezze dei Pascal; alle loro spalle si è arricchito e li ha fatti andare in rovina.
    Marianna Dondi, vedova Pescatore: Madre di Romilda e cugina di Batta Malagna, è una vera strega secondo Mattia Pascal. Si arrende alla scelta della figlia di sposare Mattia, di cui però non tollera la povertà. Fa di tutto per vendicarsi e spesso è la causa dei litigi della nuova coppia.
    Romilda Pescatore: è la moglie di Mattia Pascal. Egli si innamora subito di “quegli occhi belli, di quel nasino, di quella bocca”. Romilda, durante un incontro con il protagonista del romanzo, giunge persino a pregarlo di fuggire con lei per liberarsi dell’oppressiva presenza della madre.
    Anselmo Paleari: è l’affittuario di Mattia. Risulta agli occhi dello stesso protagonista un uomo completamente estraneo rispetto alla realtà che lo circonda, a causa delle sue noiose riflessioni filosofiche, il cui tema preferito è l’occulto.
    Adriana Paleari: è la figlia di Anselmo, una ragazza gentile ed educatissima, responsabile di sé stessa e di tutta la famiglia. Adriana è molto religiosa: detesta la passione del padre Anselmo per l’occulto e le sedute spiritiche a cui egli partecipa. Fra lei e il protagonista si instaura una segreta ma accesa passione amorosa, che si spegne con la scomparsa di Adriano Meis.
    Terenzio Papiano: È un uomo senza scrupoli: dovendo restituire al suocero Anselmo Paleari la dote della moglie morta, cerca piuttosto di indurre la cognata Adriana a sposarlo. Non riuscendo nell’intento sottrae una grande somma di denaro ad Adriano Meis, colpevole di avergli sottratto l’affetto di Adriana.
    Silvia Caporale: è inquilina nella casa Paleari. E’ lei che suggerisce ad Adriano l’operazione all’occhio e nei suoi confronti diventa sempre più curiosa ed invadente. La compagnia e le chiacchierate con il curioso coinquilino la fanno innamorare, ma il suo sentimento non verrà mai ricambiato. Ha una grande complicità con Adriana, ma spesso finisce solo per farla arrabbiare o metterla in imbarazzo.

    3- TEMPI
    La struttura narrativa de "Il fu Mattia Pascal" non è quella tradizionale dei romanzi in cui il protagonista racconta le proprie vicende. Il testo ha una struttura circolare, infatti inizia dalla conclusione. Il narratore racconta a posteriori le vicende che gli sono capitate, dopo che queste si sono verificate. Inoltre la presenza di sequenze dialogate e narrative fa sì che il ritmo della storia sia sempre veloce e incalzante.

    4- MATTIA PASCAL - ADRIANO MEIS - FU MATTIA PASCAL
    a. Caratterizzazioni
    I. Sociologiche: il personaggio appartiene dapprima alla classe borghese e si ritiene una persona bene agiata grazie ai suoi possedimenti; successivamente però inizia ad indebitarsi sempre più e manda avanti a fatica la famiglia con il piccolo stipendio da bibliotecario. Infine, grazie alla vincita al casinò, arriva a possedere una cifra spropositata con la quale potrà andare avanti per tutta la vita.
    II. Psicologiche: il personaggio si dimostra una persona corretta ed equilibrata e dal punto di vista morale non può certo essere considerato sleale, anzi gli stanno a cuore le persone deboli come Adriana, ma allo stesso tempo prova rancore verso i più forti, i prepotenti, come Papiano o la vedova Pescatore.
    III. Fisiche: Mattia Pascal è un uomo robusto, che resiste ad ogni difficoltà, ma con alcuni difetti che lo rendono più fragile di fronte agli altri; in particolare ha un occhio strabico, che gli crea tanti problemi nella vita di Adriano e che, dopo l’operazione, diventa un brutto ricordo per il fu Mattia Pascal. Un’altra caratteristica del suo aspetto fisico è la barba, che appartiene al rude Mattia Pascal, ma non all’elegante Adriano Meis.
    IV. Intellettuali: la cultura filosofica del protagonista è dovuta solo alle sue letture in biblioteca e non a studi approfonditi; nonostante la sua pessima istruzione, Mattia si riteneva una persona abbastanza colta.
    b. Analogie e differenze fra Mattia Pascal - Adriano Meis - fu Mattia Pascal
    Mattia Pascal, Adriano Meis e il fu Mattia Pascal rappresentano tre fasi evolutive di una stessa persona: dapprima Mattia pascal era una normalissima persona, in condizioni di grande povertà e con una bassissima istruzione; poi, dopo la sua “prima morte”, egli sceglie di fare una vita diversa, quella di Adriano. Il fu Mattia Pascal è l’ultimo stadio dell’evoluzione del personaggio: egli è già cosciente di ciò che gli è successo e sceglie di “morire” un’altra volta, di abbandonare la vita di Adriano, tornando a fare la vita di Mattia, sapendo che così sarà più libero di fare ciò che vuole. Un elemento fondamentale nel passaggio da un personaggio all’altro è l’aspetto fisico: Adriano si fece tagliare la barba e i capelli, era perseguitato da quell’occhio che non gli apparteneva e che finì coll’operare. Quando però il protagonista volle tornare a essere il fu Mattia, fu costretto a farsi riallungare barba e capelli, e a tenersi il nuovo occhio a ricordo perenne della vita di Adriano. Ora però non aveva più bisogno di nascondersi e anche l’occhio diverso non era più un problema.
    c. Il personaggio vive in una condizione di incomunicabilità e di sconfitta?
    Mentre Mattia Pascal era un uomo vero ed esistente, iscritto all’anagrafe, Adriano Meis era solo una “ombra”, di fatto inesistente. Quella che doveva essere una figura più libera, sciolta da ogni catena, divenne poi una persona isolata, che non poteva essere nessuno, che non si doveva mettere in mostra e non poteva essere tutelata. Non potendo quindi Adriano comunicare con il mondo, si sentì sconfitto da se stesso fino ad impazzire. Proprio per questo il protagonista sceglie di tornare ad essere Mattia Pascal.
    d. Quotidiano Opprimente
    Il quotidiano opprimente di Mattia Pascal è la sua bassa situazione economica e i contrasti con la moglie e con la suocera. Egli tenta di liberarsene fuggendo da casa, girando per il paese o passando le giornate in biblioteca, cercando di non pensare a tutti i suoi problemi.
    La problematica di Adriano Meis invece era quella di non essere iscritto all’anagrafe e l’unica possibilità che aveva era quella di essere una persona normale, che non facesse nulla di strano e che non desse molto nell’occhio. In realtà tutto ciò lo rendeva un uomo misterioso e invitava le persone, come la signorina Caporale o Terenzio Papiano, a scavare nel suo passato.
    e. Romanzo di formazione
    “Il fu Mattia Pascal” può certamente essere considerato un romanzo di formazione. Tutta la vicenda ruota attorno all’incoscienza di Mattia, che non sa a cosa andrà incontro, rifacendosi una vita propria. Solo il fu Mattia, dopo aver vissuto personalmente tutte quelle vicende, comprende che cos’è veramente la libertà.
    f. “Forestiere della vita” e “Vedersi vivere”
    Adriano Meis, poiché è costretto a fuggire da una città all’altra e in nessuna di esse si sente libero e cittadino, si considera un “forestiere della vita” e decide di prendere residenza in una camera a Roma, presso la famiglia Paleari. Anche così però non si può fare una vera e propria vita e continua a essere considerato uno straniero, un uomo misterioso. Stanco di “vedersi vivere”, sceglie di tornare a essere di nuovo qualcuno, finge la morte di Adriano e torna ad essere Mattia.

    5- PERSONAGGI FEMMINILI
    La madre: è una donna molto gracile, ha una voce nasale e viene definita dallo stesso Mattia una "bambina cieca" che non si accorge di ciò che Batta Malagna sta facendo alle loro spalle. È sempre stata molto buona con i figli e non ha mai fatto mancare loro niente, neanche nei periodi nei quali, per colpa del marito, la famiglia era sommersa dai debiti. È molto pacata, placida, quasi infantile. Essendo molto gracile, spesso si ammala, anche se non si lamenta mai dei propri mali.
    La zia Scolastica: è la sorella del padre. Mattia aveva più paura di lei che dei leggeri rimproveri della madre, ma è lei che gli ha veramente insegnato come va il mondo.
    Marianna Dondi, vedova Pescatore: è un personaggio negativo, che esprime antipatia. Viene paragonata ad una strega, sempre pronta a criticare e ad offendere. Ha sempre considerato suo genero un uomo sfaccendato e povero.
    Romilda Pescatore: è la ragazza gentile e cortese di cui si innamora Mattia. Lei resta incinta e lui la sposa. La ragazza cambia sotto la cattiva influenza della madre: iniziano i litigi, lei si inasprisce e carica il marito delle sue lamentele, fino a portarlo all’esasperazione e al desiderio di libertà.
    Adriana Paleari: è una dolce ragazza, gentile ed educata ed è la figlia del proprietario dell’appartamento dove alloggia Adriano Meis. Si innamora di lui che contraccambia il suo amore. Tra loro c’è solo un bacio che si sono scambiati durante una seduta spiritica. Mattia vorrebbe sposarla, ma privo dei diritti civili, scompare fingendo un suicidio. Le reazioni della giovane a questo episodio sono narrate solo come le immagina Mattia.
    Silvia Caporale: è una zitella che abita in casa Paleari. Non è un personaggio importante nella vicenda, ma Pirandello nel descriverla brutta, come una maschera di Carnevale, ci fa capire che in un aspetto patetico si può nascondere un dolore.

    6- LA BORGHESIA
    Pirandello analizza non solo la classe operaia più umile, ma anche la borghesia e le sue frustrazioni. Egli punta il dito contro la classe borghese perché è vuota di ideali e di cultura e crea angosce, ansia e sopraffazione.

    7- LUOGHI
    a. La campagna è per Mattia il luogo dell’infanzia, che da un lato offre sicurezza, dall’altro rappresenta un mondo ormai superato. La città è vista come l’ambiente ideale in cui fuggire e che può dare maggiore libertà.
    b. In realtà Milano, con la sua nebbia e il suo freddo, riflette il suo stato d’animo. Mattia desidera quasi che il tempo diventi bello per “godere serenamente della sua libertà”.
    c. Milano è anche la città del progresso, che meraviglia e attrae Pascal , ma di cui ha una visione sostanzialmente negativa. L’uomo del tram è il simbolo dell’incosciente felicità del viver nel progresso.
    d. Roma al contrario vive dei fasti del suo passato: viene paragonata ad un’acquasantiera “frantumata”, utilizzata come un portacenere. Del resto “una città che ha avuto una vita come quella di Roma non può diventare una città moderna”. Roma e Milano, pur diverse, sono entrambe viste in una luce critico-negativa.
    e. La casa paterna e quella della zia Scolastica sono per Mattia luoghi familiari, nei quali si sta bene e si vive con serenità la giovinezza. Invece la sua casa, più piccola e modesta, riflette l’infelicità che vi regna e i contrasti, prima con la suocera e poi con la moglie. In contrapposizione la casa della suocera è immensa e fastosa e rispecchia la ricchezza della famiglia Pescatore. La biblioteca, luogo di silenzio, diventa il rifugio privilegiato di Mattia che fugge dalle liti familiari. È un ambiente sciatto e freddo, ma piccolo e quindi intimo. Viceversa, la casa Paleari e le camere d’albergo, pur dignitosi, non sono luoghi che gli appartengono. Pirandello utilizza gli spazi interni per accompagnare il carattere e gli stati d’animo dei personaggi.
    f. La casa paterna con il focolare acceso, le donne in cucina, il padre che legge è una fotografia di un luogo caldo e accogliente nel quale si concretizzano le positive relazioni familiari. Anche la biblioteca, pur nella sua freddezza, risulta un gradevole rifugio per Mattia. Invece la casa della suocera e le camere in affitto, eleganti e ben tenuti, sono luoghi privi di affetto.

    8- FAMIGLIA
    a. Vi è una contrapposizione fra la famiglia di origine, vista come un nido, un luogo formativo e pieno di vita, e quella da lui formata con Romilda che diventa una prigione dalla quale fuggire. Nella prima l’uomo può essere autentico; nella seconda è necessario portare una maschera, il ruolo di marito e di moglie così come richiesto dalla società.
    b. Mettersi una maschera, calarsi in una trappola per Pirandello è inteso come necessario, perché l'uomo non ha nessuna possibilità di essere sé stesso, di vivere liberamente, decidendo arbitrariamente della propria esistenza. Se in quest'immenso gioco si prova a “bluffare”, si è destinati a fallire; l'unico modo per estraniarsene è morire o impazzire, le sole condizioni in cui ci si può, forse, considerare liberi.

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    Edited by † Death - 2/6/2011, 22:21
     
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  2. Lellinox
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    Mi è servito molto grazie mille
     
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